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Nell’Antica Grecia era uso comune distinguere tre tipi di Olio: il primo, con il più alto valore commerciale, era un olio di prima pressione ottenuto dalla spremitura di olive poco invaiate ; a seguire troviamo un olio ottenuto dalla lavorazione di olive con uno stadio di maturazione avanzato che offrivano un olio dolce al palato e in ultimo troviamo un olio ricavato da olive raccolte a terra e pertanto di scarsa qualità non destinato all’alimentazione.
I Romani a differenza dei Greci avevano elaborato una più fine classificazione distinguendo cinque categorie di olio:
Il più gradito e il più utilizzato a quei tempi era il Maturum dato il suo sapore delicato.
In Italia furono i coloni Greci a valorizzare l’olivo e l’olio divulgando le tecniche di coltivazione e di estrazione alle popolazioni locali e agli Etruschi. Successivamente grazie all’Impero Romano l’olivo si consolidò in tutte le regioni del mediterraneo chiamate a quell’epoca provincie olearie tenute a fornire tributi in olio. C’è da notare che nel III secolo d.C. a Roma si trovavano circa 250 forni per il pane e 2300 distributori di olio. Con la fine dell’impero Romano il settore oleario subisce un grave colpo e con le invasioni barbariche l’attività di produzione dell’olio scompare quasi del tutto infatti solamente negli horti conclusi dei conventi si riusciva a coltivare l’olivo e perciò l’olio divenne raro e molto costoso. Con le invasioni barbariche si modificano anche le abitudini alimentari infatti vi è una netta distinzione tra il modello alimentare “romano” e quello dei “barbari”; il primo principalmente a sfondo vegetale con poca carne, in quello barbaro invece a fare da padrona è la carne accompagnata da grassi di origine animale.
La ripresa dell’olivicoltura si ha a partire dal XIII secolo anche grazie alla divulgazione di alcuni trattati che spiegavano le tecniche di coltivazione dell’olivo. Nel XVI secolo l’olivo fu introdotto America Centrale, nel 1769 arriverà in California. Nel Settecento l’olio Italiano viene riconosciuto tra i più pregiati, quelli più stimati sono l’olio toscano e l’olio pugliese.
Nel XX secolo purtroppo si è visto preferire all’olio di oliva i grassi animali ritenuti di qualità superiore. Una nuova prospettiva si è aperta però negli ultimi anni per l’olio extravergine di oliva al quale sono stati riconosciuti dei caratteri salutari ineguagliabili.
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